NEGATIVO IL TREND DELLE VENDITE DIRETTE DEL SETTORE ABBIGLIAMENTO, MA CRESCE L’ E-COMMERCE E SI PUNTA ALL’APERTURA DI ALTRI PUNTI VENDITA IN EUROPA. ANCORA PIU’ INCERTE INVECE LE SORTI DEI NEGOZI IN ITALIA CHE RISCHIANO LA CHIUSURA QUANDO I GUADAGNI NON RISULTINO SODDISFACENTI.
Questa volta a fare i conti in tasca al settore abbigliamento della Benetton è il sito INDUSTRIA ITALIANA ( www.industriaitalian.it ) che pubblica un interessante articolo di Chiara Volontè “Benetton, vestiti sempre più scoloriti. Valore economico generato 2019 a 1,19 miliardi (-8,7%)” che prende in esame il valore economico generato nel 2019 del settore abbigliamento della holding trevigiana ( e che potete leggere cliccando qui )
Anche quest’anno, infatti, sembra che il valore economico generato ( cioè la somma aritmetica dei ricavi, dei proventi finanziari e di eventuali utili ) della Benetton sia ancora sceso rispetto agli anni precedenti registrando un calo di 114 milioni di euro rispetto al 2018 e di ben 151 milioni di euro rispetto all’anno 2017. Ad oggi infatti la società guidata dal nuovo Amministratore Delegato Massimo Renon avrebbe un valore economico generato di  1,190 miliardi di euro, mentre Il valore economico distribuito si attesterebbe sui 1,124 miliardi di euro, infine il valore economico trattenuto dovrebbe essere di circa 65 milioni. Per “valore economico trattenuto” si intendono gli accantonamenti, rettifiche/riprese di valore, risultato netto delle attività di valutazione, le imposte anticipate e differite sul reddito e soprattutto la quota parte di utile dell’esercizio destinato a riserve.
Cosa significano questi dati? Che la Benetton stia scolorendo? Anche chi non mastichi quotidianamente dati economici e teorie finanziarie avrà capito che negli ultimi anni il settore delle vendite di abbigliamento Benetton è in grande crisi, chi legge le pagine del nostro blog UCB Family dell’ Unione Commercianti Bistrattati, avrà gia avuto occasione di leggere tante storie di commercianti che hanno operato con il marchio Benetton che sono stati costretti a chiudere le proprie attività a causa di questa grande crisi aziendale che sembra proprio non voler finire mai.
Nell’approfondito articolo della giornalista Chiara Volontè che stiamo esaminando oggi tuttavia ci sono anche delle note “positive” ( a dire il vero “buonine” per l’azienda, meno per i commercianti italiani ) che potrebbero quantomeno far sperare in un futuro di ripresa. C’è l’e-commerce ad esempio che sta funzionando bene e sembra che ci saranno e dei miglioramenti dei guadagni marginali sulla collezione Autunno Inverno 2019, che sarebbe caratterizzata da articoli a più alto livello qualitativo, innovativi e sostenibili.
Del resto lo stesso Luciano Benetton aveva gia commentato positivamente il rendicondo annuale 2019
“L’esercizio concluso il 31 dicembre 2019 ha segnato una tappa importante nel percorso di rilancio di Benetton Group. A livello di indicatori economico-finanziari, l’azienda ha registrato significativi recuperi e prodotto una notevole diminuzione delle perdite rispetto agli esercizi precedenti. I risultati assumono ancora maggiore rilevanza perché ottenuti in un contesto macroeconomico complesso, senza mai derogare a principi o valori in cui Benetton crede da sempre”.
C’è una parte dell’articolo che pero’ rinnova in noi l’amarezza, cioè quando si parla della famigerata riduzione dei costi che ancora una volta è stata a carico dei commercianti.
Nonostante la riduzione del valore economico complessivamente generato, la parte distribuita ai dipendenti è rimasta sostanzialmente invariata a valori assoluti, quale risultante dell’effetto combinato dell’apertura di nuovi punti vendita nell’area europea, dell’incremento del costo lavoro in India in base alla normativa locale, cui si contrappone una riduzione dei costi per effetto del ridimensionamento della rete commerciale diretta, in particolare in Italia, dei negozi con performance non positive.
Insomma è un periodo ancora molto delicato per il Gruppo Benetton, sicuramente l’emergenza Covid 19 e la successiva crisi economica non facilitano la ripresa delle vendite, ma francamente pur capendo il moderato ottimismo della Presidente Luciano Benetton, non ci possiamo sentire sollevati dal leggere che i danni sarebbero stati contenuti “solo grazie a un piano triennale di riduzione dei costi” che sappiamo purtroppo bene che si potrebbe tradurre con l’espressione “chiudere tante attività di piccoli commercianti e imprenditori”
Fonte: Industria Italiana