IL MADE IN ASIA NON VA PIU’ DI MODA A CAUSA DEI TEMPI DI TRASPORTO BIBLICI, PERSINO L’A.D. RENON NON E’ RIUSCITO AD ACQUISTARE UN CAPPOTTO BENETTON. SI INCREMENTERA’ LA PRODUZIONE NEL MEDITERRANEO, SARA’ UNA SVOLTA ANCHE PER I NEGOZIANTI ALLE PRESE CON I SOLITI PROBLEMI DI APPROVVIGIONAMENTO?
Potrebbe essere un lascito positivo della pandemia di Covid 19 il fatto che un’azienda importante come United Colors of Benetton abbia deciso di diminuire sensibilmente la produzione di abbigliamento low cost in Asia e puntare maggiormente sul bacino del Mediterraneo, certamente non sull’Italia (purtroppo) ma almeno su località meno distanti dal mercato nostrano.
Riavvicinare i luoghi di produzione dal lontano Oriente all’Europa Orientale e all’Egitto dovrebbe essere una buona notizia anche per i commercianti e gestori di negozi Benetton italiani che da ormai troppo tempo sono alle prese con fastidiosi problemi di approvvigionamento della merce che, ovviamente, stanno causando mancati guadagni (che a volte contribuiscono alla chiusura dei negozi).
le difficoltà di approvvigionamento di Benetton hanno colpito anche l’A.D. Massimo Renon che ha tentato invano di acquistare un cappotto blu tramite uno shop online dell’azienda e ha scoperto che era esaurito. “Chiedevo alla mia squadra: ‘Come può essere? “, racconta Renon, “E mi è stato risposto, molto apertamente, che le materie prime sono in ritardo, il trasporto logistico è un casino, il costo di produzione sta aumentando drammaticamente, il controllo della catena di approvvigionamento è impossibile”.
Nelle intenzioni dell’Amministratore Delegato Massimo Renon, entro il 2022, Serbia, Croazia, Turchia, Tunisia ed Egitto dovrebbero soppiantare, seppur parzialmente, Bangladesh, Vietnam, Cina e India nella produzione di vestiti, a causa dei tempi di spedizione della merce troppo lunghi e dei relativi costi che nel post pandemia sono schizzati alle stelle.
“Da un lead time medio di 4-5 mesi, oggi possiamo arrivare a 7-8 mesi (dall’Asia) data la mancanza di navi“
Dall’inizio della pandemia, infatti, molte aziende produttrici hanno avuto problemi difficoltà ad ottenere materie prime, ad assumere lavoratori per la produzione e a prenotare navi da trasporto, tanto che un container di merce diretto in Italia dall’Asia oggi potrebbe arrivare a costare ben dieci volte di più rispetto al periodo pre Covid senza contare i tempi di consegna che ad oggi sono più incerti che mai a causa del traffico congestionato nei porti e del boom di importazioni del periodo dopo due anni fiacchi caratterizzati dalle misure di sicurezza per il contenimento del virus.
I commercianti italiani e i negozianti della galassia United Colors of Benetton godranno dei benefici da questo nuovo assetto? Per ora si parla soltanto di modernizzazione delle strutture e di automazione della logistica che dovrebbe rendere la distribuzione della merce e l’approvvigionamento dei negozi più efficiente e veloce, discorsi che in verità si sentono da anni ormai, ma che questa volta potrebbero rivelarsi un po’ più concreti.
L’approvvigionamento e la distribuzione di capi di abbigliamento per i negozianti della galassia Benetton è un problema reale che più volte abbiamo trattato sul nostro Blog dell’Unione dei Commercianti Bistrattati U.C.B. Family, questa volta abbiamo reperito sulla rete due articoli molto interessanti pubblicati dai magazine Milano Finanza e Fashion Magazine, chi fosse interessato ad approfondire questa tematica potrà consultarli nella versione originale attraverso il link al termine di questo post.
Fonte: Milano Finanza – “Addio offshore, addio outsourcing. La pandemia riscrive le regole per i capi azienda” Fashion Magazine – “Benetton ridurrà la produzione in Asia”