Chiusura di numerosi negozi Benetton in tutta Italia, i motivi della crisi del marchio

Scelte strategiche e commerciali inadeguate, gestione del Gruppo “malavitosa” (così definita dallo stesso Luciano Benetton) e un rapporto non sempre limpido con i commercianti, sarebbero tra le cause della ormai lunghissima crisi del marchio Benetton. Questa la sintesi di un articolo molto interessane, pubblicato da Money .it, sulla nuova ondata di chiusure di negozi Benetton in Italia.

La crisi del Gruppo Benetton non ha bisogno di lunghe presentazioni: il rosso nei bilanci parla chiaro. Eppure, a raccontare il declino del celebre marchio italiano, sono anche le storie di ex commercianti, costretti a chiudere i battenti tra contratti capestro e scelte manageriali discutibili.

Benetton Group, infatti, ha archiviato il 2023 con una perdita operativa di 113 milioni di euro e un passivo complessivo di 230 milioni. Un crollo che pesa come un macigno e ha provocato una vera e propria rivoluzione ai vertici aziendali. Luciano Benetton, fondatore e anima storica del brand, non ha risparmiato critiche all’amministratore delegato uscente, Massimo Renon, definendo la sua gestione una calamità.

Infine, il cambio al timone con l’arrivo di Claudio Sforza coincide con l’uscita di scena della famiglia Benetton dal consiglio di amministrazione. Probabilmente il momento più critico della storia Benetton. Intanto, la holding di famiglia, Edizione, sta lavorando ad un piano di salvataggio, ma il danno è già evidente: una crisi che affonda le radici nella difficoltà di competere con i giganti del fast fashion e nella tempesta reputazionale legata al crollo del Ponte Morandi.

Il rapporto complicato con i negozi del franchising

Dietro le serrande abbassate dei negozi Benetton c’è una storia che parla di pressioni insostenibili sui concessionari. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, a seguito della denuncia di un ex commerciante, ha riscontrato un abuso di dipendenza economica. Contratti sbilanciati, decisioni arbitrarie e clausole penalizzanti hanno soffocato molti imprenditori, costretti a chiudere bottega dopo anni di difficoltà.

Obblighi di arredamento imposti dall’alto, scelte sulle location non condivise e vincoli di riassortimento hanno messo in ginocchio molti esercenti, costretti ad accettare condizioni capestro per rimanere nel sistema. Chi segue il nostro Blog dell’Unione dei Commercianti Bistrattati conosce bene queste vicende e pò leggere le testimonianze dirette di molti commercianti nella sezione Story.

Le chiusure di negozi Benetton si moltiplicano: da Milano a Roma, dagli Stati Uniti al Sud America. La pandemia ha certamente accelerato il declino, ma il problema era già evidente prima. Luciano Benetton non ha usato mezzi termini: la gestione recente del gruppo è stata definita «malavitosa», con scelte che sembravano fatte apposta per distruggere l’identità del marchio.

Torneranno i tempi d’oro?

I Commercianti Bistrattati si augurano un ritorno ai tempi d’oro, di quando il marchio rappresentava una rivoluzione nel campo della moda e del commercio, ma al momento sono ancora scettici riguardo ai proclami di rilancio dei vari manager. Sappiamo bene che non esistono ricette specifiche per riportare il marchio ai fasti del tempo, aspetteremo il bilancio del 2024 per capire se la cura del nuovo amministratore Sforza sta dando i frutti sperati. Per ora il quadro è fosco, ma in un prossimo futuro vedremo se la famiglia Benetton saprà ritrovare  lo spirito innovativo degli esordi. Altrimenti resterà solo il ricordo di un’epoca d’oro ormai lontana.

Fonte: Money. it  Benetton chiude molti negozi storici. La decadenza di un brand che ha fatto la storia 

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