“Sono stato ingannato!” queste sono state le parole di Luciano Benetton, ex presidente e fondatore del Gruppo Benetton, in uno dei momenti di più profonda crisi affrontato dalla sua azienda. Il Gruppo Benetton, uno dei marchi più iconici del Made in Italy sta venendo totalmente stravolto. Si tratta di un momento storico, infatti, per la prima volta dalla sua fondazione, non sarà più gestito direttamente dalla Famiglia Benetton. Ma non finisce qui, Luciano Benetton, presidente e cofondatore del Gruppo, ha annunciato le sue dimissioni durante l’approvazione del bilancio del 2023, che ha registrato una perdita netta di 230 milioni di euro.Â
IL BUCO IN BILANCIO DI 230 MILIONI
Ma cerchiamo di fare chiarezza, il 25 maggio 2024 tutto diventa pubblico, sarà un giorno che segnerà per sempre il futuro dell’azienda: il fondatore Luciano dichiara, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, di essere stato tradito e ingannato dai quei manager a cui aveva affidato l’azienda di famiglia. La notizia occupa subito le prime pagine dei principali quotidiani economici nazionali, Nella prima intervista Luciano dichiara di essere stato lasciato all’oscuro relativamente ad un buco di bilancio da 100 milioni di euro scovato dal nulla. Successivamente ritrattata aumentando la cifra a 230 milioni.
L’Amministratore Delegato in carica, il veneto Renon, viene licenziato in tronco, ma per quest’ultimo, la storia non è andata proprio così (si riserva ulteriori commenti) e dichiara solo l’intenzione di tutelarsi legalmente. E qui inizia il giallo: diverse cose non tornano nelle versioni di entrambi, Prima tra tutte il continuo ritrattare i numeri delle cifre del bilancio da parte di Luciano Benetton, triplicati rispetto alla cifra denunciata inizialmente. L’aumento viene giustificato come una svalutazione del magazzino aziendale, ma questo non viene ritenuto possibile dagli esperti. In quanto, rispetto al bilancio precedente, la svalutazione supererebbe il valore dell’intero magazzino. Inoltre non sarebbe la prima volta che, nella storia di Benetton, ci si trova in una storia simile. Sia nel 2017 che nel 2019 si sarebbero ripetute scene simili. Luciano dichiara di essere stato all’oscuro dei problemi aziendali fino a quel momento, per poi liquidare con tutta fretta i manager aziendali in carica all’epoca. Questa ha portato anche alla rivoluzione del management interno a Benetton Group.
LA TERZA GENERAZIONE BENETTON
Il Manager Claudio Sforza è stato scelto come nuovo Amministratore Delegato del Gruppo. Sforza è considerato un manager di alto livello, con una vasta esperienza in aziende pubbliche e private. Ha ricoperto il ruolo di C.E.O. in Poste Italiane, e ha avuto un ruolo di alta carature in aziende del calibro di Astaldi, Ilva e Wind. La sua esperienza lo portato ad individuare i problemi strutturali dell’azienda fin da subito: una mancanza di incontro con i gusti della clientela e la sottovalutazione della concorrenza.Â
Si arriva ora all’epilogo, i Benetton decidono di abbandonare, almeno formalmente, l’azienda. Il nuovo Consiglio di Amministrazione, non comprenderà membri della famiglia Benetton. La famiglia Benetton, però non sparirà nel nulla, anzi continuerà a svolgere un ruolo di finanziamento attraverso la holding Elezione. La holding contiene tutte le attività della famiglia, inclusa Benetton Group stessa. Si sta già lavorando ad un piano per garantire i fondi necessari per gestire la crisi. Si è già parlato di un impegno da 260 milioni di euro entro i prossimi 4 anni, di cui i primi 150 milioni saranno sbloccati a breve. Lo statuto di Edizione, inoltre, è stato aggiornato: sono stati dati più ampi poteri al C.D.A. e al presidente Alessandro Benetton. Questo cambiamento, rende di fatto, la terza generazione Benetton, la vera direttrice del gruppo intero.Â
LA GENESI DEI PROBLEMI DEL MARCHIO BENETTON
A cavallo degli anni 80/90 Benetton era un’azienda all’avanguardia, con una rete di distribuzione efficiente e una produzione innovativa che le permetteva di rifornire rapidamente i propri negozi. Tuttavia, con l’avvento del nuovo millennio, il panorama della moda è cambiato rapidamente. L’ascesa del fast fashion guidata da colossi come Zara e H&M ha rivoluzionato totalmente il settore imponendo nuovi standard di velocità e accessibilità . Purtroppo Benetton non è stata all’altezza. I giganti del fast fashion sono riusciti a sviluppare modelli di business estremamente agili, capaci di rispondere rapidamente, alle tendenze emergenti e di portare nuovi prodotti sugli scaffali, nel giro di poche settimane.Â
Benetton, al contrario, era rimasta legata a processi produttivi più tradizionali e meno flessibili. La conseguenza è stata una progressiva perdita di competitività , con un’erosione significativa di quote di mercato a favore dei competitors nuovi arrivati. Secondo alcuni report, negli ultimi 20 anni, Benetton ha visto una riduzione drastica delle sue vendite. Ad esempio tra il 2000 e il 2020, la quota di mercato di Benetton è scesa di circa il 6%. Questo declino è attribuibile principalmente alla concorrenza aggressiva di questi nuovi marchi,Â
LA SFIDA DI CLAUDIO SFORZA
Un’ulteriore analisi di mercato, incentrata sul settore della moda europea, ha evidenziato che Benetton ha perso circa il 50% della sua quota di mercato nell’ultimo decennio, Questo declino è stato particolarmente accentuato in mercati chiave come l’Europa e gli Stati Uniti dove la concorrenza è più feroce e i consumatori sono più propensi ad optare per marchi che offrono un mix di moda, prezzi accessibili e una forte presenza on line.Â
Il compito lasciato a Claudio Sforza, quindi, è tutt’altro che semplice. Dovrà affrontare le sfide complesse legate alla riorganizzazione del Gruppo Benetton e al rilancio del business. Il suo obiettivo principale sarà quello di invertire la tendenza delle perdite, prima ancora di ristabilire la posizione di Benetton nel mercato globale della moda. E’ già stato annunciato che il rilancio sarà totale, a partire dall’immagine del marchio fino alle nuove collezioni e al loro messaggio. Una di queste iniziative, per esempio, è la collezione Green Collection che utilizza cotone biologico e tessuti riciclati e tinture eco compatibili. Queste collezioni, non solo rispondono alla domanda dei consumatori che desiderano prodotti più responsabili, ma rafforzano di molto anche l’immagine del brand. Attraverso collaborazioni creative, innovazioni nel design dei capi ed investimenti nell’e commerce, l’azienda cercherà pian piano di riconquistare la fiducia dei consumatori.Â
La posizione di Benetton non è semplice, ma il futuro è già seguito con grande interesse sia in Italia che a livello internazionale. Si tratta, infatti, di un caso emblematico di transizione generazionale e di adattamento alle dinamiche sempre più frenetiche nel mercato globale. Toccherà alla nuova amministrazione che, anche i marchi storici, possono risorgere e prosperare in un contesto competitivo come quello odiernoÂ
FONTE: Youtube La Fine dell’Impero Benetton
FONTE: Il Sole24Ore Benetton, sarà Claudio Sforza il nuovo Ad. Perdita netta di 230 milioni
Dalla padella alla brace.
Il mercato globale è aggressivo al limite del ladrocinio e dell’omicidio e se sei proprietario di un’azienda, visti anche i trascorsi, comprendi che per stare al gioco devi diventare un di questi burattini che si inginocchiano al Vitello d’oro.
C’è un’alternativa?
Per me sì.
Tornare piccoli, lavorare solo sul territorio, offrire un prodotto artigianale.
Invece sarà una disfatta e le premesse ci sono tutte.