UNITED COLORS OF BENETTON PER EVITARE LA CHIUSURA HA DECISO DI MANDARE IN SMART WORKING MILLE DIPENDENTI DELLO STAVILIMENTO VENETO DI VILLORBA IN PROVINCIA DI TREVISO PER RISPARMARE SULLE BOLLETTE, MA SE LA CRISI ENERGETICA CONTINUA CHIUDERANNO I NEGOZI.
Il caro Bollette non risparmia neppure una azienda grande ed importante come United Colors of Benetton, apprendiamo dalla stampa, in particolare da un articolo pubblicato dal Corriere del Veneto, che riportiamo qui sul Blog dell’Unione dei Commercianti Bistrattati U.C.B. Family come fonte di questo Post (per leggere l’articolo originale clicca sul link FONTE a pie’ pagina.
Insomma, per risparmiare sulle bollette, United Colors of Benetton, ha deciso che mille dei propri dipendenti delle sedi di Ponzano Veneto, Castrette di Villorba e della vicina Fabrica dovranno lavorare da casa ogni venerdì fino al 14 aprile, dall’accordo sono esclusi i lavoratori della logistica, dell’imballaggio e di altre funzioni manuali. Si tratta di una scelta strategica che non ha soddisfatto tutti i lavoratori coinvolti che, a quanto pare, non ritengono conveniente lavorare in regime di smart working.
Il cosiddetto efficientamento energetico, ovvero la strada intrapresa da Benetton Group potrebbe essere percorsa da altre aziende in un momento in cui gli imprenditori si trovano a fare i conti con il caro energia, ma ovviamente non puo’ essere messa in atto da tutti, per esempio non dai commercianti che hanno un negozio, i quali, nonostante la’umento delle bollette, non potranno fare a meno di tenere accese le vetrine ed essere aperti sempre.
Qualcuno pensa che se i costi energetici dovessero continuare ad aumentare anche i negozi di abbigliamento potrebbero chiudere nei periodi di minore affluenza dei clienti, in pratica sarebbe una mazzata per il settore. Purtroppo tra i settori più esposti ai rincari energetici figurano quindi il commercio al dettaglio, già pesantemente danneggiato da due anni di Pandemia di Covid 19. La situazione è insomma più grave rispetto alla percezione comune: Il 10% delle attività paventa la sospensione temporanea, mentre addirittura il 15% è a concreto rischio chiusura.
Risparmiare energia limitando i consumi, ricevere un aiuto dal Governo che dovrebbe trovare al più presto una soluzione per ripristinare i prezzi dell’energia entro valori normali, investire sull’illuminazione a basso consumo (come i Led) e su impianti di riscaldamento e aria condizionata a pompe di calore, al momento sono le uniche soluzioni praticabili per fronteggiare l’emergenza energetica, ma si tratta di misure “tampone” certamente non di soluzioni, almeno per scongiurare la peggiore delle ipotesi, cioè la ventilata chiusura dei negozi alle ore 19 se la crisi energetica, nella peggiore delle ipotesi, dovesse protrarsi troppo a lungo.