Benetton. Nemmeno lo sport garantisce più le soddisfazioni di un tempo

QUANDO IL PORTAFOGLIO LANGUE, ANCHE I RISULTATI SPORTIVI PASSANO INEVITABILMENTE IN SECONDO PIANO. E COSI’ ANCHE LO SPORT E’ DIVENTATO UNO DEGLI AGNELLI SACRIFICALI DELLA FAMIGLIA BENETTON.  PROPRIO QUELLO STESSO SETTORE SPORTIVO CHE ERA STATO PER ANNI IL FIORE ALL’OCCHIELLO, UN MODELLO GESTIONALE DA CUI ATTINGERE, ORA VIENE ABBANDONATO IN QUANTO NON PIU’ SOSTENIBILE.

Treviso. Rugby, Formula 1, Volley e Basket, quante soddisfazioni hanno portato in dote alla famiglia Benetton e a tantissimi tifosi italiani che ogni volta potevano godere dei successi nazionali ed internazionali di squadre che nelle rispettive discipline hanno dominato in lungo e largo. Ma anche per quanto riguarda lo sport, sembra che i bei tempi di una volta siano ormai soltanto un lontano ricordo. Gli investimenti diminuiscono anno dopo anno e le nuove leve della famiglia Benetton non dedicano più attenzioni a quello che era diventato il fiore all’occhiello della famiglia, oltre che uno spettacolare veicolo pubblicitario che faceva conoscere l’abbigliamento United Colors of Benetton in tutto il mondo.

«Quello (lo Sport n.d.r.) è stato solo un discorso che ci ha permesso di farci conoscere in mercati, come quello sudamericano, dove ancora non eravamo arrivati coi nostri negozi e non avevamo speso niente di pubblicità», disse a tal proposito Gilberto Benetton 

Chi non ricorda i magnifici trionfi di Micheal Shumacher a bordo della mitica Benetton B194 che si aggiudico’ il campionato mondiale piloti di Formula 1 del 1994? Oggi quella squadra non esiste più dopo la vendita alla Renault. E i dieci Campionati Italiani e le Quattro coppe dei Campioni conquistate dalla Sisley Treviso? E i Cinque scudetti nella pallacanestro della Benetton Treviso, ai quali si aggiungeranno quattro Final Four e otto Coppe Italia? Tutta roba del passato, ricordi di cui andare fieri per sempre, ma nulla di più, da quando nel 1992 Gilberto Benetton annunciò l’addio al professionismo e  l’iscrizione delle due squadre in campionati minori.

Per qualche anno Treviso è stata sul tetto del mondo per meriti sportivi, oggi di quel passato glorioso sopravvive soltanto la squadra di Rugby Benetton Treviso che continua a rappresentare l’Italia nella Pro14 pur ridimensionata dall’ultimo successo del 2012. Eppure i Benetton avevano investito anche nella città costruendo importanti impianti come “La Ghirada”, un centro sportivo polifunzionale di oltre 220 mila metri quadrati e il PalaVerde – arena di basket e volley – oggi forse addirittura sproporzionati all’utilizzo che ne viene fatto.

“Ma il successo è come un rullo compressore, e spesso ciò che viene schiacciato in suo nome finisce nell’oblio. Così, mentre il nome Benetton compare sempre più spesso tra le pagine dei quotidiani sportivi e sulla bocca degli analisti economici, un sottobosco di operai, piccoli artigiani e laboratori locali viene strangolato dalla strapotenza familiare, schiacciata dal dominio del franchising.”

E’ sempre la solita storia, anche questa volta è valido il refrain “I Benetton partecipano solo per vincere” quindi quando non ci sono più i presupposti per vincere, o meglio, quando la vittoria non è sicura, i Benetton smettono di partecipare, spesso lasciando dietro di se il deserto. I guadagni non sono più abbastanza? I denari del tessile scarseggiano? La conseguenza è che anche lo sport ora viene abbandonato in quanto non più sostenibile.

“La famiglia Verde nello sport, un impero decaduto “L’articolo che proponiamo oggi ai nostri lettori del Blog dell’Unione dei Commercianti Bistrattati UCB Family è tratto dal magazine sportivo Rivista Contrasti, è stato scritto dal giornalista Raffaele Scarpellini che racconta nei dettagli l’ascesa e la discesa della famiglia Benetton nell’Olimpo sportivo internazionale. Consigliamo a tutti la lettura del pezzo originale che potete trovare cliccando sul link FONTE alla fine di questo post.

FONTE “La famiglia Verde nello sport, un impero decaduto”

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