Come promesso abbiamo seguito con grande attenzione il servizio della trasmissione d’inchiesta Report (Rai Tre) di ieri 13 Aprile 2020 “Madre Terra” sulla guerra ormai ventennale tra la famiglia Benetton e gli Indios Mapuche per lo sfruttamento degli ampi pascoli di una porzione di Patagonia.
Il Servizio “Madre Terra” curato dal giornalista Giuliano Marrucci approfondisce il rapporto tra la diffusione del Covid19 (Coronavirus) e lo sfruttamento degli allevamenti intensivi di animali da macello. Ed è’proprio in Patagonia, terra di manzi argentini, che la famiglia Benetton possiede il “gioiello di famiglia”: il più grande latifondo di tutta l’Argentina. Sette enormi tenute, con centinaia di migliaia di ovini, decine di migliaia di bovini, migliaia e migliaia di ettari di monocolture che si estende per un totale di oltre novecento mila ettari, in pratica un latifondo più grande delle Marche teatro di una contesa tra i Benetton e gli Indios Mapuche che non riescono più ad accedere all’acqua non potendo attraversare quelle terre.
Tutto ebbe inizio nel 1991, quando i Benetton si accaparrarono una società a sua volta possidente di 900 mila ettari di Patagonia, divenendo così, con un’unica acquisizione, i più grandi latifondisti della regione. Tutto questo ai danni dell’antico “Popolo della Terra” i Mapuche che da allora hanno iniziato una contesa contro la famiglia Benetton inasprita persino dall’omicidio di un attivista argentino (non Mapuche)che ha portato alla ribalta delle cronache la “guerra” per il territorio tra il gigante Benetton e i poverissimi indios senza terra Mapuche.
Proprio tra i confini delle due più grandi fattorie della famiglia Benetton, quelle di El Maiten e di Leleque, si trovano i Mapuche di Vuelta del Rio, incastrati nel mezzo in una posizione che non gli permette di raggiungere l’acqua senza il consenso dei possessori delle fattorie, i Benetton. Questo causa la loro povertà , la morte dei capi di bestiame che allevano e lo stato di prigionia e isolamento in cui gli indios si trovano oggi nonostante anni di battaglie sociali e attivismo che finora hanno prodotto solo peggioramenti.
Li hanno recintati con il filo spinato e ci hanno messo un bel lucchetto. Prima che arrivassero i Benetton infatti, i Mapuche potevano almeno passare sul terreno attorno e raggiungere l’acqua dei fiumi, è stato così per 150 anni, ma è cambiato tutto dopo l’acquisto della terra da parte della ricchissima famiglia di industriali trevigiani.
Oltre ai terreni dove far pascolare gli animali, nel tempo, Benetton, ha chiuso anche le strade vicinali dividendo di fatto la tribù. Ora ci sono famiglie di Mapuche su un lato e sull’altro del confine, ma divise dalle terre dei Benetton, in gran parte inutilizzate, che non possono più attraversare.
“Da quando i Benetton hanno chiuso tutto, per raggiungerli dobbiamo fare tutto il giro. Saranno 80 chilometri. Non voglio pensare che succederebbe se capitasse un’emergenza. Tra l’altro sono anche persone anziane” racconta Julio Hernandez dei Mapuche Ancalao al gornalista Marrucci.
La puntata interessantissima, è proseguita con la testimonianza di un ex dipendente della Fazenda acquistata dai Benetton che ha confermato quanto siano peggiorate le cose dopo l’arrivo degli italiani soprattutto per la difficoltà a raggiungere i campi creata dai confini recintati. Da parte sua la famiglia Benetton si è difesa dichiarandosi estranea ai problemi dei Mapuche che sarebbero preesistenti all’aquisto dei terreni. Sempre i Benetton hanno precisato di non violare alcuna legge sul latifondismo specificando che le loro proprietà in Patagonia sarebbero divisa in ben sette tenute (quindi tecnicamente non si potrebbe considerare latifondo). I Benetton inoltre hanno dichiarato di aver tentato anche di aiutare la popolazione Mapuche donando loro delle terre rifiutate, a loro dire, per motivazioni politiche. Per altri approfondimenti consiglio a tutti di guardare la puntata di Report che linko sotto l’articolo.
FONTE: Rai 3 – ReportÂ