Maria Antonietta dopo 24 anni costretta a chiudere il negozio Benetton di Corleone (PA)

UN CONTRATTO CHE DEFINISCE DI “SEMIFRANCHISING” LA CAUSA DELLA ROTTURA DEL RAPPORTO STORICO CON BENETTON

Ho aperto il primo punto vendita Benetton nel lontano 1990, come ditta individuale e offrivo ai miei clienti collezioni sia adulto donna uomo che bambino (012).

Mi sono occupata della gestione del negozio per ben 24 anni grazie anche all’aiuto delle mie due collaboratrici, il punto vendita si trovava in via Francesco Bentivegna 74 a Corleone, in provincia di Palermo.

Inizialmente non esisteva la figura del manager ma era presente semplicemente un ufficio regionale di rappresentanza dove recarsi per effettuare il campionario. Non avevamo certo margine di libertà, sia per quanto riguarda la scelta dei capi che per quel che concerneva le quantità.

Successivamente, quando il rappresentante è stato sostituito dal manager aziendale, noi negozianti dovevamo (dovevamo esatto, non potevamo) acquistare “pacchetti” precostituiti.

Le quantità erano superiori alla reale vendita, non avevamo abbastanza “pronto moda” e quando la concorrenza dei marchi tipo Zara è arrivata in zona non siamo riusciti a resistere.

L’azienda fornitrice con la quale in realtà non avevo mai firmato un contratto, mi ha proposto a gennaio 2014 un contratto di semifranchising, cioè lasciare il budget che avevo e non usufruire del reso merce di fine stagione, senza scegliere la collezione. Una proposta che non potevo certo accettare!

La conseguenza è stata quella di non ricevere più merce. Ho solo ricevuto una parte di merce della collezione primavera/estate che non mi permetteva di continuare a vendere. Sono stata costretta a chiudere l’attività.

È iniziato il lungo processo contro Benetton Group presso il tribunale di Temini Imerese chiedendo un risarcimento danni. Il giudice, purtroppo, ha ritenuto che il tribunale competente fosse Treviso a differenza di altri giudici in Sicilia.

Ho ricevuto un decreto ingiuntivo che il mio legale, invano, ha cercare di bloccare. Addirittura mi è stato bloccato il conto corrente e da allora ha avuto inizio il mio vero calvario.

Ho sempre amato il mio lavoro, rispettato quello degli altri, non creando mai problemi ai miei venditori e fornitori ma tutto questo non è servito mai a niente.

Sono stata, insieme a tante altre persone, ingannata per colpa di un disegno quasi scientifico da Benetton. Vittima dei colori di Benetton, quelli dell’ingiustizia.

2 commenti su “Maria Antonietta dopo 24 anni costretta a chiudere il negozio Benetton di Corleone (PA)”

  1. …Seguo la mia amica nonche ex collega Alessia Capoccia.
    Questa e’ il ripetersi delle nostre storie……all’ interno del mondo Benetton….fatta di sopprusi…di ricatti in stile mafioso perche l’ atteggiamento era questo…..chi impone senza poter scegliere!!!!
    Sapendo che il negozio era in perdita’….i budget si dovevano rispettare!!!…altrimenti ti toglievano il marchio.
    …a capo manager sceso dal Nord…inviato direttamente dall’ azienda ….con l’ avallo dell’ entourage Palermitano…..a modo loro per sistemare una situazione Siciliana……nasce un cartello!!!

    Assegni incassati “retrodatati” con l’ aggravio della valuta….interessi passivi pagate alle banche!!!….per loro era una cortesia nei nostri confronti ma in realta era l’ inizio della FINE
    Antudo
    Altre storie da leggere all’ interno del blog http://www.ucbfamily.com dove parecchi di noi hanno raccontato la propria storia….

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