ALESSIA RACCONTA IL TRISTE EPILOGO DELLE CHIUSURE DEI SUOI TRE NEGOZI, BENETTON A VELLETRI, SISLEY A VIA DEL CORSO E VIA VAZIONALE A ROMA
La mia attività imprenditoriale ha avuto inizio nel 1991 con il mio primo negozio di animali. Successivamente ho gestito una gioielleria per ben 12 anni e nel 2006 mi sono affacciata nel mondo Benetton.
Dopo aver firmato un contratto di fitto d azienda(una specie di subcontratto dove la Benetton risultava firmataria primaria sul contratto di affitto dell’immobile o molto spesso erano proprio i proprietari come nel mio caso del negozio di via del corso 413 a Roma) per un locale, gestito inizialmente dall’agenzia di rappresentanza di quel periodo, di circa 350 mq su due livelli sito a Velletri (rm) in via del Comune 1 con insegna UNITED COLORS OF BENETTON.
Il mio negozio United Colors of Benetton ( gestito da me con personale scrupolosamente ricercato e professionale, era della mia società formata da me e mia madre alla quale ho creato purtroppo diversi problemi) ospitava la collezione 012, la linea bambino, Sisley Young donna e successivamente ho inserito anche la linea uomo e premaman.
Questo negozio ospitava la linea uomo donna premaman e il famoso 012 della United colors of benetton! E aveva un angolo dedicato al sisley young marchio sempre della benetton
Dopo 4 anni di attività , ho deciso di aprire un altro locale a Roma in via nazionale 26/27(convinta che la proposta fosse arrivata per via della mia capacità imprenditoriale inquanto avevo piu che raddoppiato gli incassi della vecchia gestione) e di aprire un terzo locale (sempre con contratto di fitto d azienda) a marchio Sisley in via del corso 413/415.
Gestito da me (mi alternavo nei 3 negozi ma ero sempre presente) da diversi collaboratori come reaponsabili magazzinieri vetrinisti cassieri, aveva come intestazione un altra società dove questa volta ad essere mio socio era mio marito che avevo segnalato come amministratore delegato ma che in realtà , avendo la sua attività , non ha mai gestito questa.
Pur avendo tutti quei dipendenti e ben 3 negozi, non mi sono mai sentita “proprietaria†delle mie attività ma una dipendente di Benetton. Dico questo perché pur non essendo la formula un franchising, avevo tutti gli obblighi di questa formula: qualsiasi scelta doveva essere condivisa ed accettata dalla Benetton o meglio dovevo rivolgermi ai loro rappresentanti di zona e poi attendevo una loro conferma.
Non c’è niente di più sbagliato che pensare di gestire un negozio Benetton con estrema facilità ! Dovrebbe essere sinonimo di garanzia, e invece è stato l’errore più grande che potessi compiere
Mi sono recata tante volte presso l’agenzia di zona ad esporre i miei problemi legati alle vendite ma il nulla, loro ti ignoravano facendoti sentire incapace di gestire un’attività e di produrre guadagni
Le collezioni diventavano sempre più “antiche†soprattutto con il boom di Zara ed H&M e con l’arrivo del Made in China che proponeva collezioni alla moda con prezzi decisamente più bassi dei nostri
Penso che la scelta più sbagliata che Luciano Benetton potesse aver compiuto è stata quella di dare il potere alle persone inappropriate. In una sua intervista nel 2017, lui stesso sosteneva che l’azienda aveva avuto “una gestione malavitosa†che ha fatto sì che nemmeno lui stesso riconoscesse più il marchio e le sue collezioni. Forse da parte dei Benetton è mancata la voglia di proseguire in un settore merceologico che cominciava a subire una notevole crisi ed essendo loro impegnati in molte altre situazioni (come Autostrade, autogrill, aeroporti di Roma, ecc.) che generavano maggiore profitto e meno problematiche, hanno trascurato la gestione Benetton abbigliamento
Anche la pubblicità ormai era diventata obsoleta, il mondo continuava a evolversi, Benetton no.
Già nel 2011 solo dopo 6 mesi dall’apertura del negozio a marchio Sisley di Via del corso 413 a Roma, ebbi numerosi contrasti con l’azienda. A loro modo di vedere la mia gestione non era confacente alle loro esigenze, avevano sempre da dire sulla disposizione degli allestimenti e vetrine per non parlare degli addetti alla vendita.
Insomma, nel momento del bisogno, quando la crisi cominciava a chiuderti le porte, mi sarei aspettata da loro(effettivi proprietari dell insegna) una mano. Invece, improvvisamente ero diventata non più capace a gestire il tutto.
Riconsegnai le chiave del negozio di viandel corso nell’ ottobre 2011 dopo solo sei mesi dall apertura, credendo di togliermi un problema, ignara di essere solo all inizio di un percorso duro e faticoso
Posto la foto di me ed il responsabile commerciale Sisley di allora, visto il giorno dell’inaugurazione e mai più rivisto.
Le due società che gestivano i negozi di Benetton di Velletri e Sisley di Via Nazionale fallirono per richiesta di Benetton rispettivamente nel 2016 e 2017.
In seguito al fallimento, sono stata accusata di bancarotta fraudolenta per la differenza contabile tra le rimanenze di magazzino e quanto indicato nei bilanci. Per poter far fronte a questa situazione ho rischiato che le banche mi chiedessero il rientro dei fidi e avevo il terrore visto l’andamento del commercio. Sono stata umiliata da chi si occupava delle indagini, dal direttore della mia banca, dagli avvocati che ovviamente non credevano a ciò che raccontavo. Nemmeno mio marito riusciva a capire come potessi essere arrivata a tanto.Non è tutto: mi obbligarono da contratto a rifare il layout e gli arredi del negozio facendomi chiudere dal 12 luglio a fine agosto (periodo di massima affluenza e turismo a Roma).
Successivamente, a mia insaputa, a gennaio 2017 ricevetti una telefonata dal curatore fallimentare che mi comunicò il fallimento del mio punto venditaNel 2016 tramite una mia cara amica, anche lei vittima di Benetton, sono entrata in contatto con altri ex commercianti, le United Victims of Benetton ed ora rilascio l’intervista a questo blog (Unione Commercianti Bistrattati) per far conoscere ad altri la mia storia, visto che prima ero convinta che questa brutta avventura l’avessi vissuta solamente io.