Benetton chiude anche gli stabilimenti in Serbia?

Stando alle notizie pubblicate da Milano Finanza, la scure si abbatterà anche sui dipendenti del Gruppo Benetton in Serbia. A quanto pare, infatti, il famigerato piano di restaurazione del maxipassivo in bilancio, prevede anche le chiusure degli stabilimenti Benetton Serbia.

Si inizierà con un sostanzioso ridimensionamento, licenziando in breve tempo i primi 150 dipendenti (un terzo dei totali) impiegati nella produzione, per poi, successivamente, chiudere tutto (secondo MF). Dopo Croazia e Tunisia, quindi, ora tocca alla Croazia.

Cosa prevede il piano di rilancio Benetton?

Chiudono i negozi, chiudono le fabbriche, come pensano di rilanciarsi i Benetton? La verità è che Claudio Sforza è stato nominato amministratore delegato del Gruppo, proprio per tagliare… tagliare teste, tagliare la produzione e risparmiare su tutto. Il maxi passivo di 230 milioni del 2023, ad onor del vero ridotto nel 2024, per tornare ai livelli soddisfacenti necessita di lacrime e sangue, non certo della proprietà.

Una componente chiave del piano  di risanamento prevede la razionalizzazione della rete di vendita, con la chiusura di circa 500 negozi Benetton a livello globale entro la fine del 2025. E ce ne stiamo accorgendo, purtroppo. Parallelamente, l’azienda intende dimezzare i tempi di produzione delle collezioni da 12 a 6 mesi, aumentando l’uso di fornitori esterni e riducendo la produzione interna.

Tuttavia, nonostante queste misure drastiche, Sforza ha assicurato che non ci saranno licenziamenti nel quartier generale di Ponzano Veneto e che l’azienda si impegna a rilanciare il marchio senza sacrificare ulteriormente il personale.

Il Modello Zara e H&M ha vinto?

In pratica Benetton smetterebbe di produrre i propri capi e se li farebbe fare a buon prezzo da “fornitori esterni” rischiando di sacrificare la qualità che, in fondo, era la caratteristica del marchio. Proprio come fanno i principali competitor Zara ed H&M che puntano più sulla velocità della produzione ( e sui minori costi) che sulla qualità dei prodotti.

Quando un’azienda produce internamente, ha il pieno controllo sui materiali, sulla manodopera e sui processi produttivi. Esternalizzando, questo controllo si riduce e diventa più difficile garantire la stessa qualità in ogni lotto di produzione. A questo punto il rischio è veramente enorme: se Benetton non gestisce bene questo passaggio, potrebbe perdere appeal nei confronti di chi acquistava il brand per la qualità e il design made in Italy.

Fonte: Milano Finanza

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