Oggi proponiamo ai lettori del nostro blog una testimonianza ricevuta da un ex subagente nonché ex cliente Benetton, le cui vicissitudini ci rattristiscono, ma purtroppo non ci sorprendono.
Il nostro presidente Alessia Capoccia, ci inoltra la storia scritta e narrata da Angelo di Porto, un professionista che ha prestato servizio per conto della Benetton per moltissimi anni, a vario titolo.
Di seguito il racconto per come lo abbiamo ricevuto in redazione :
“Era il 17 giugno del 1987 quando, al termine del colloquio, l’allora direttore commerciale dell’Ufficio di Rappresentanza di Roma, C.P. mi assumeva dicendomi testualmente “sei pronto a salire sulla Ferrari e iniziare a correre?†e così ho fatto.Ho corso e lottato molto per la Benetton, alla quale ho dato e ricevuto tanto, ho sofferto e anche pianto e sono orgoglioso di averne fatto parte per quasi 28 anni.Ho conosciuto tante belle persone con le quali ho lavorato benissimo, sia dipendenti Benetton che i clienti del Lazio, i quali alla fine del rapporto lavorativo erano divenuti amici fraterni e non numeri come intendeva invece la Benetton.ÂIl 31 maggio del 2015 è stato l’ultimo giorno di lavoro nell’ufficio di rappresentanza del Lazio, ed ho lasciato il mio incarico di Direttore Commerciale.ÂDevo dire che di strada in questi anni ne ho fatta, sono cresciuto professionalmente ed ho avuto la fortuna di lavorare con persone che condividevano i valori di rapporti leali verso i clienti ed abbiamo sempre usato la razionalità e la logica nella stesura dei budget e degli ordini.ÂMa al di là delle belle sensazioni e del modo di lavorare, c’è da valutare il rovescio della medaglia.Noi, ma più in generale tutti gli uffici di rappresentanza siamo stati sempre “indirizzati” “consigliati” “spronati” a seguire le direttive che arrivavano da Treviso attraverso i Capi Area, i Dirigenti degli uffici commerciali e degli uffici amministrativi.Avendo ricoperto tutti i ruoli, da semplice aiuto venditore, venditore di accessori, venditore di collezioni, responsabile dei riassortimenti e flash, infine direttore commerciale, posso parlare con cognizione di causa.ÂTutto quello che accadeva in agenzia era dettato dalle linee guida imposte da Treviso, prima con il vecchio rappresentante e poi con il suo successore, cambiavano i volti in Benetton ma la musica era sempre la stessa.Non c’era molto spazio di manovra, perché se non rispettavi i budget, se ti azzardavi a contestare le collezioni che erano sempre un passo indietro alla moda, oppure se l’impegno che ti eri assunto su determinati articoli o insieme di essi, i c.d. Cluster non veniva rispettato, eri subito additato come una zona che non funzionava, che non sapevamo fare il nostro lavoro e che quegli stessi articoli nel resto d’Italia erano “stravenduti” erano i “best sellers”Fin qui, il mio lavoro in ufficio.Poi contemporaneamente al lavoro in ufficio, nel 2012 decido di aprire dei miei negozi, costituisco una società , la quale apre 3 punti vendita, 2 in un centro commerciale e un altro su strada.Ed è stato l’errore più grave della mia vita.Convinto, o meglio dire costretto dagli allora capi area, faccio degli acquisti di merce, ben al di sopra delle reali possibilità di incasso dei negozi, dando purtroppo ascolto anche a promesse mai mantenute.Nonostante fossi già il D.C. non ho avuto mai la possibilità di effettuare variazioni sugli ordini precostituiti dall’azienda, d’altronde ero un numero come gli altri, perché avrei dovuto avere delle agevolazioni?E così si innesca il meccanismo dell’esubero delle merci, dei pagamenti che ritardano, del magazzino che aumenta e infine del deprezzamento della merce.Finché non arriva il momento di intavolare la trattativa per un piano di rientro, il famigerato Cantiere Italia in cui sono incappati tantissimi clienti.Il Cantiere Italia era un piano di rientro con interessi che la Benetton ti faceva sottoscrivere e pretendeva anche la fidejussione per poter procedere allo sblocco delle merci e farti proseguire con il lavoro.ÂMa tutta questa procedura di fatto produceva altre rimanenze, perché una volta ricevute le garanzie, ti sbloccavano la merce che dicevano loro, spesso prodotti che erano già passati di stagione…Per esempio, a ottobre o novembre o in alcuni casi a dicembre, ti mandavano i prodotti che avresti dovuto vendere ad agosto come attacco stagione o al massimo a settembre.E se chiedevi di ricevere maglie in lana, oppure giacconi e cappotti, la risposta era di inviare dei titoli a garanzia oppure cambiali.Dopo anni di questo tira e molla, con assegni che andavano su e giù per l’Italia, con piani di rientro opportunamente scritti da Treviso ma che alla luce odierna sembrano invece richieste di aiuto dei clienti, dopo tutto queste vicissitudini, si arriva alla fine.I negozi vengono chiusi, la Benetton chiede il fallimento della società , e con esso anche la fine del matrimonio, perché tutte le tensioni si ripercuotono nella sfera familiare, quindi rimango da solo ad affrontare banche, fideiussioni, ed infine anche un bel processo al sottoscritto per bancarotta fraudolenta.Ieri 9 settembre 2024 l’epilogo, sono stato condannato a 3 anni e 6 mesi….Ci potrebbe essere la finestra dell’appello per ottenere una riduzione della pena, ma ormai il danno è fatto… senza famiglia, senza casa, senza soldi, senza lavoro e con una condanna sulle spalle.Che bel futuro mi si prospetta…Grazie Benetton, mi hai fatto correre, sudare e soffrire, ma al traguardo ci sei arrivato soltanto te…”
Che dire, dopo questa testimonianza, non resta che augurare il meglio per il futuro ad Angelo di Porto, di superare ogni difficoltà e di riscattarsi con nuove sfide ed esperienze sia sul piano personale che professionale. Nell’augurare ciò questa redazione crede di trasferire il medesimo sentimento che ogni associato vorrebbe esprimergli. Chi meglio dei nostri associati potrebbe mai capire le sofferenze patite da Angelo. Invitiamo tutti i nostri users/associati a commentare questo post, a far sentire la propria vicinanza ad Angelo.
Sappiamo che questo non potrà bastare o esserti di sollievo, però sappi che le persone con cui hai condiviso dei bellissimi anni di professione, non lo dimenticano, pertanto non sei solo.
Al contrario, colui che si sente arrivato al traguardo, un giorno avrà un triste risveglio.
Rendersi conto in una frazione di secondo, prima della dipartita, di essere veramente solo, perché c’ è un antico detto che recita:
“Chi semina grandine raccoglie tempesta”
(cit. dalla bibbia, profeta Osea)
Questa storia e particolarmente coinvolgente
In qualità di presidente il mio impegno e quello di divulgare di sensibilizzare l opinione pubblica e non solo
Passare da delinquenti quando sappiamo che i delinquenti sono altri ,non e facile da accettare.
Oggi è ancora di più l unico obiettivo!
Ti sono vicina Angelo ma tu lo sai!
Ogni storia raccontata riapre ferite profondissime e dolorose. Alessia ha ragione, ognuno di noi comprende le sofferenze che sta provando Angelo, l’unica cosa che ci conforta è che non siamo soli a combattere questa battaglia, la speranza è che la forza della nostra unione porti il riscatto che meritiamo.
Angelo,di cuore, in bocca al lupo per il tuo futuro
La storia raccontata sono storie di vita vissute da tutti noi ex Commercianti Benetton…..per la motivazione del calo delle vendite danno la colpa a noi perche incapaci a vendere, senza farsi un esame di coscienza con produzione gia indietro di moda di un anno e noi con il massimo di badget esaurito per fare eventualmente “Flash”.
Il ricatto di dirci mettiti da parte che troviamo un altro cavallo da corsa…..il problema era ed e’ solo Aziendale!!!!
I clienti da fuori ci vedevano come dietro di noi ci fosse una sorta di eldorato in Benetton….tutti volevano aprire negozi….la fortuna che sono stato uno dei pochi a cui Benetton mi ha proposto un nuovo acquirente che si addossava il mio debito….e cosi la torta e’ stata servita al prossimo!!!!
Mi dispiace Angelo sia personalmente e sia per il tuo profilo professionale ,in quanto ho avuto il piacere di conoscerti grazie alla tua posizione di agente Benetton.
Sei sempre stato una persona estremamente corretta e professionale .
Il mio augurio e’ che tu possa riscattarti quanto prima