Quali sono i motivi che possono portare alla chiusura di un negozio Benetton?

ECCO TRE MOTIVI CHE POSSONO CAUSARE LA CHIUSURA DI UN NEGOZIO BENETTON. DIRETTAMENTE DELLA’ESPERIENZA NEGATIVA DI ALCUNI DEI COMMERCIANTI BISTRATTATI U.C.B. FAMILY

Da dieci negozi a zero, qualcosa non quadra. Quando un negozio di abbigliamento è costretto a chiudere è una tragedia, la prima cosa che si fa è interrogarsi sulle cause della chiusura. Si cercano le colpe, spesso i negozianti si addossano anche responsabilità che non hanno, ma quando da avere dieci negozi che vendono tanto ci si ritrova a doverli chiudere tutti, probabilmente c’è qualcosa che non va, a prescindere dagli errori personali dell’imprenditore.

I lettori del nostro Blog dell’Unione dei Commercianti Bistrattati U.C.B. Family conosceranno la storia di Stefano Guarelli, un imprenditore “bistrattato” che ha raccontato la sua vicenda negativa con il Gruppo Benetton nella sezione Story del nostro Blog [Leggi qui LE STORIE DEI COMMERCIANTI BISTRATTATI]

Le tre motivazioni principali che possono arrtivare a costringere un commerciante a chiudere il proprio negozio Benetton vengono spiegate, con dovizia di particolari, anche dalla redazione di Report nella celebre inchiesta United Victims of Benetton che vi (ri)proproniamo qui:

Secondo gli intervistati, il primo motivo è l’intransigenza dei manager e la difficoltà, per il negoziante, nell’intavolare trattative con Benetton Group

Giornalista  – “Voi andate da Benetton per chiedere che vi riducano la quantità di merce, in base alla riduzione del fatturato e loro cosa vi rispondono?”

Commerciante Bistrattato – “Quando andavi a sederti per fare l’ordine loro (i fornitori Benetton) tiravano fuori il tuo venduto e ti dicono che lo devi aumentare.”

Giornalista  – “E se rispondi che non è possibile?”

Commerciante Bistrattato – “Non ti danno la merce, ti dicevano chiudi e arrivederci.”

Il secondo problema ricorrente, nelle storie raccontate dall’inchiesta di report, che può anche portare alla chiusura di un negozio Benetton: creare nuove società e aprire nuovi punti vendita per riuscire a pagare anche i debiti pregressi.

L’imprenditore Franco Scopelli, ad esempio, era arrivato ad avere 19 punti vendita Benetton a Verona (oggi tutti chiusi) che lavoravano con successo fino al 2008, quando hanno inziato a contrarre debiti, anche in questo caso la exit strategy dei manager del Gruppo Benetton era quella di continuare ad investire:

“L’azienda ti propone di fare una nuova società e di prendere dei negozi dalla vecchia società “ e poi dopo un po di tempo di prendere un altro negozio ancora, e nel caso anche questo negozio accumuli merce e venda poco, indebitandosi di nuovo con la Benetton, di aprire ancora un’altra società e così via. Un meccanismo molto pericoloso in cui i rischi sono tutti per il negoziante.

Il terzo motivo che può costringere un negoziante a chiudere il proprio negozio Benetton è l’accumulo di merce invenduta che con molta difficoltà si riesce a “rendere” all’azienda Benetton che, secondo Report e i negozianti intervistati, agiva tramite agenti e, addirittura, sub agenti tramite i quali è difficile avere un rapporto con Benetton.

L’inchiesta di Report United Victims of Benetton, che linkiamo come Fonte di questo post, è molto interessante. Ascoltare le storie negative di tanti commercianti, raccontate da essi stessi, e poterli guardare negli occhi mentre parlano, rende l’idea di quanto sia difficile e sofferta la decisione di abbassare per sempre le saracinesche del proprio negozio. Ascoltando le loro parole si capisce la necessità di avere regole e contratti molto più chiari per chi in questo “gioco” tanto difficile come il commercio, rischia di rimetterci tutto.

Fonte: Report United Victims of Benetton

 

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