Cos’è l’Apocalisse Retail? La chiusura dei negozi è causata dall’E-Commerce?

APOCALISSE RETAIL E’ UN MODO DI DIRE CONIATO NEL 2017, TUTTORA PURTROPPO ANCORA MOLTO IN VOGA, USATO PER DESCRIVERE IL FENOMENO DELLA CHIUSURA DI NUMEROSI NEGOZI AVVENUTA DAL 2010 IN POI.

Questa volta, qui sul nostro blog dell’Unione dei Commercianti Bistrattati U.C.B. Family vogliamo trattare un argomento ancora sconosciuto ai più, ma molto discusso tra gli addetti ai lavori: la cosiddetta Apocalisse Retail che dal 2010 in poi sta letteralmente condizionando la vita dei commercianti in tutto il mondo che troppo spesso si ritrovano costretti a chiudere il proprio negozio.

Cosa vuol dire “Apocalisse Retail”? L’Apocalisse Retail è la serie quasi infinita di chiusure di negozi e centri commerciali che si sta verificando in tutto il mondo dal 2010 in poi causata dalla crisi economica globale, dalla crisi dei consumi, dalle mutate abitudini dei consumatori e sicuramente aggravata negli ultimi due anni dalla pandemia di Covid-19 e ora anche dalla guerra in Ucraina e dal conseguente aumento dei costi delle materie prime.

“L’espressione, diventata di uso comune nel 2017, fa riferimento alle numerose chiusure di store fisici verificatesi dal 2010 in avanti, in concomitanza con una crisi economica globale e un cambiamento drastico nel comportamento e nelle preferenze dei consumatori.

Il tema della chiusura dei negozi di abbigliamento United Colors of Benetton è sempre stato l’argomento centrale del Blog dell’Unione dei Commercianti Bistrattati e numerose sono le discussioni sulle cause delle chiusure dei negozi e le possibili soluzioni che i commercianti e gli imprenditori potrebbero attuare per evitare di abbassare le saracinesche, ma quando parliamo di Apocalisse Retail non facciamo riferimento soltanto all’abbigliamento e al marchio Benetton, piuttosto analizziamo un fenomeno globale che riguarda tutto il mondo del commercio e della vendita al dettaglio.

Il Commercio su internet è causa della chiusura dei negozi di abbigliamento? Sarebbe troppo riduttivo e non corretto riassumere le cause della chiusura di un così grande numero di negozi nel proliferare degli e-commerce, come abbiamo potuto costatare nei casi raccontati dai Commercianti Bistrattati, quasi sempre le cause che portano a chiudere un negozio sono diverse e molto più complesse e  spesso dipendono anche dai rapporti tra grandi marchi e i rivenditori, tuttavia, non si può negare che quando i grandi marchi puntano molto (o quasi tutto) sul commercio on line finiscono inevitabilmente col penalizzare i negozi fisici.

Il commercio on line sta suonando la sveglia ai negozi fisici. In questo articolo molto interessante dal titolo Apocalisse o no, l’e-commerce mette il retail con le spalle al muro pubblicato dal blog del Sole 24 ore,  che citiamo come fonte di questo post e riportiamo attraverso il link cliccabile FONTE in fondo alla pagina, vengono forniti alcuni dati che offrono un’immagine realistica di ciò che sta accadendo nel mondo e anche in Italia: il commercio on line sta “suonando la sveglia” ai negozi fisici. 

 “nonostante la crescita registrata negli anni, la percentuale di popolazione che acquista online in Italia è più bassa rispetto agli altri Paesi europei (ad esempio è del 93% nel Regno Unito, del 91% in Scandinavia e Paesi Bassi, 88% in Germania, 84% in Francia e Spagna e del 71% Polonia”. In effetti i consumatori online sono circa 38 milioni, il 62% della popolazione. Entro il 2023 raggiungeranno quota 41 milioni. In compenso in Italia lo smartphone viene utilizzato dagli shopper online molto di più che nel resto d’Europa. L’85% della popolazione web infatti usa il mobile per fare shopping. Il 34% lo usa spesso e il 14% sempre. All’estero gli italiani acquistano soprattutto in Gran Bretagna (19%), Cina (18%) e Germania (16%).

Che cosa significa tutto questo? Che il commercio elettronico sta suonando la sveglia a quello al dettaglio.

Negli Stati Uniti d’America il famigerato Retail Apolypse ha letteralmente trasformato le vie dello shopping in cimiteri di negozi ormai chiusi, mentre molti centri commerciali sono ormai addirittura abbandonati e ridotti a cumuli di rovine, succederà questo anche in Italia? Anche se di solito in Europa e in Italia si verifica ciò che è avvenuto negli Stati Uniti con una qualche anno di ritardo, probabilmente le abitudini allo shopping degli italiani muteranno più lentamente e non è detto che il commercio al dettaglio sia destinato a morire, però è importante trovare soluzioni a questa “concorrenza interna” prima che sia troppo tardi.

FONTE: Apocalisse o no, l’e-commerce mette il retail con le spalle al muro

 

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