Le organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil di Treviso dichiarano “di non condividere l’utilizzo dello strumento di ammortizzatore sociale con tali modalità estreme. Ed esprimono forte preoccupazione e totale disaccordo riguardo le decisioni unilaterali assunte dalla direzione di Benetton Spa in merito alla gestione dei contratti di solidarietà
Quando la “solidarietà” serve solo a tappare i buchi di bilancio, i lavoratori si ritrovano ancora una volta a pagare il prezzo più alto.
Succede a Castrette di Villorba (Treviso), nello storico stabilimento Benetton, dove circa 80 dipendenti si sono visti recapitare le lettere di Contratto di solidarietà con una riduzione del 90% dell’orario di lavoro.
Un taglio che, nei fatti, equivale quasi a uno stop completo delle attività.
Sindacati in trincea: “Decisioni unilaterali, serve un confronto vero”
Le sigle Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil di Treviso hanno espresso totale disaccordo con la direzione aziendale, accusandola di aver agito senza un vero confronto. “L’azienda – spiegano – ha deciso tutto da sola, convocandoci solo dopo aver inviato le lettere ai dipendenti. A luglio ci era stato assicurato che i contratti di solidarietà sarebbero cessati. Così si mina la fiducia e la credibilità del dialogo sindacale.”
Sciopero dei lavoratori Benetton il 27 ottobre e presidio a Castrette
Dopo l’assemblea del 20 ottobre, i lavoratori hanno votato all’unanimità per lo sciopero di due ore lunedì 27 ottobre, con presidio nel piazzale dello stabilimento di Castrette dalle 10 alle 12.
L’obiettivo è chiaro: chiedere un incontro urgente con l’amministratore delegato di Benetton Spa e ottenere garanzie concrete sul futuro occupazionale.
Una “solidarietà” estrema e a senso unico
Il problema, spiegano i sindacati, non è l’uso in sé dei contratti di solidarietà – uno strumento pensato per evitare licenziamenti – ma la misura estrema del 90%. Una scelta “inopportuna e sproporzionata”, che lascia i lavoratori praticamente senza lavoro né reddito, in un momento già complicato per il settore tessile.
Le organizzazioni chiedono invece di applicare il principio di rotazione, permettendo a tutti di lavorare a turno, senza scaricare il peso della crisi sempre sulle stesse spalle.
Domande che restano senza risposta
Oltre alle critiche di metodo, i sindacati chiedono chiarezza sul piano industriale: esiste davvero una strategia per superare questa fase o si naviga a vista? Quali sono le prospettive per uno dei marchi italiani più noti nel mondo, ma ormai lontano dai fasti di un tempo?
Ancora una volta, assistiamo alla stessa dinamica che colpisce piccoli e grandi lavoratori: decisioni prese dall’alto, senza ascolto, senza confronto, con la parola “solidarietà” svuotata del suo senso.
La Benetton dei colori sembra aver perso quello più importante: quello della dignità del lavoro. La solidarietà vera, non è quella scritta nei contratti.
Fonte: Oggi Treviso “Benetton, contratti di solidarietà per circa 80 lavoratori: scatta lo sciopero“