Il Gruppo Benetton, sarebbe in trattativa con Poste Italiane per affidare la gestione del proprio polo logistico di Castrette di Villorba, in provincia di Treviso. La notizia, rilanciata da Milano Finanza e dal giornalista Andrea Deugeni, apre interrogativi non solo sulla strategia logistica del gruppo, ma anche — e soprattutto — sul futuro dei lavoratori e sulla reale direzione di un piano di rilancio che, per ora, sembra più attento ai costi che alle persone.
Castrette di Villorba: il polo strategico, ma con il fiato sospeso
Il centro di Castrette è il vero snodo della rete distributiva di Benetton. Un impianto moderno, automatizzato, ma oggi al centro di una possibile esternalizzazione che potrebbe cambiare radicalmente le sue dinamiche. Affidare la gestione a Poste Italiane significa, da un lato, contare su un partner solido nel campo della logistica; dall’altro, significa spostare il controllo operativo fuori dal perimetro aziendale, con tutte le incertezze del caso.
Chi lavorerà nel polo? Con quali condizioni? Verranno mantenuti i livelli occupazionali? Al momento non c’è chiarezza. Il rischio concreto è che a pagare il prezzo di una maggiore “efficienza” siano, come spesso accade, proprio i lavoratori.
Il piano di risanamento Benetton è tagliare prima di costruire?
Claudio Sforza è un manager esperto, chiamato per rimettere in carreggiata una realtà in difficoltà. Ma osservando i primi mesi della sua gestione, si nota una tendenza chiara: razionalizzazione, tagli, semplificazioni. Nessuna dichiarazione su nuovi investimenti strutturali, su visioni a lungo termine o su rilanci produttivi. La logistica affidata a terzi, come possibile soluzione per “fare meglio con meno”, si inserisce perfettamente in questa logica.
Ma può davvero un grande marchio della moda rigenerarsi solo con operazioni contabili? O servirebbero strategie industriali vere, prodotti innovativi, visione creativa e valorizzazione del capitale umano?
Poste Italiane sarà il partner giusto per il Gruppo Benetton?
Poste Italiane, con la sua controllata Poste Logistics, sta investendo da anni nel settore della logistica e può garantire un know-how solido. Tuttavia, resta da capire se questa operazione nasca da una vera sinergia strategica o sia semplicemente un modo per alleggerire il bilancio Benetton nel breve termine, spostando responsabilità e rischi.
Il nodo occupazionale
In un territorio che ha già visto chiusure e delocalizzazioni, l’ipotesi di un cambio di gestione genera preoccupazione tra i lavoratori e le organizzazioni sindacali. Ad oggi, nessun dettaglio è stato comunicato ufficialmente: né sul destino degli attuali dipendenti, né sul tipo di contratto che Poste applicherà, né sugli eventuali cambiamenti operativi.
Il silenzio non aiuta. E il timore è che, anche in questo caso, la ricerca di margini passi sopra le teste di chi lavora.
Un rilancio che deve ancora convincere
Benetton ha dichiarato l’obiettivo di far crescere l’e-commerce al 25% del fatturato (oggi è al 13%) e di ridisegnare il proprio posizionamento globale. Ma con quali investimenti? Con quale progetto creativo? Per ora, il messaggio che arriva è quello di un’azienda che taglia, esternalizza e rinvia.
Il rischio è che si confonda il contenimento dei costi con un’idea di futuro. Ma un marchio come Benetton, simbolo per decenni del Made in Italy e dell’innovazione anche sociale, non può sopravvivere soltanto limando le spese.
Ucb Family: parliamo di risanamento o smobilitazione?
La trattativa con Poste Italiane potrebbe essere un passo verso una logistica più moderna. Oppure potrebbe rappresentare l’ennesimo segnale di un piano di risanamento tutto incentrato sulla riduzione dei costi, senza un vero investimento sul prodotto, sulla creatività e sulle persone. La differenza la farà la trasparenza — e il coraggio di guardare oltre il foglio Excel.
Un futuro ancora tutto da scrivere. In attesa di conoscere i dettagli ufficiali dell’intesa, il polo di Castrette Villorba resta sospeso tra efficienza e incertezza. E i lavoratori attendono risposte.