Morto Oliviero Toscani, con Benetton la sua collaborazione più importante

Oliviero Toscani, celebre fotografo italiano noto per le sue campagne pubblicitarie provocatorie, è scomparso oggi all’età di 82 anni. Affetto da amiloidosi, una rara malattia degenerativa, Toscani è deceduto presso l’ospedale di Cecina, dove era ricoverato dal 10 gennaio a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni.

Nato a Milano nel 1942, Toscani ha rivoluzionato il mondo della comunicazione visiva, sfidando costantemente le convenzioni e affrontando temi sociali di grande rilevanza. Dopo gli studi presso la Kunstgewerbeschule di Zurigo, ha collaborato con prestigiose riviste di moda come “Vogue” e “Harper’s Bazaar”, distinguendosi per il suo approccio innovativo e spesso controverso.

La sua collaborazione più significativa è stata con il marchio Benetton, iniziata negli anni ’80. In qualità di direttore creativo, Toscani ha ideato campagne pubblicitarie che hanno fatto discutere il mondo intero, utilizzando immagini potenti per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi quali il razzismo, la pena di morte, l’AIDS e l’integrazione. Tra le sue opere più note, si ricordano la fotografia di un neonato ancora coperto di sangue e cordone ombelicale, e l’immagine di un prete che bacia una suora, entrambe mirate a sfidare i tabù e a promuovere la tolleranza.

Toscani ha fondato anche la rivista “Colors” e il centro di ricerca sulla comunicazione “Fabrica”, entrambi in collaborazione con Benetton, continuando così la sua missione di esplorare e amplificare le diversità culturali attraverso l’arte e la comunicazione.

La sua carriera non è stata esente da controversie. Nel 2000, una campagna contro la pena di morte ha suscitato polemiche tali da portare alla fine della sua collaborazione con Benetton. Toscani è tornato a lavorare con il marchio nel 2017, ma nel 2020 l’azienda ha nuovamente interrotto i rapporti con lui a seguito di dichiarazioni controverse sul crollo del Ponte Morandi a Genova.

Nonostante le critiche, Oliviero Toscani ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della fotografia e della pubblicità, utilizzando l’immagine come strumento di provocazione e riflessione sociale. La sua eredità continuerà a influenzare generazioni di creativi e a stimolare dibattiti su temi fondamentali della nostra società.

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